20 agosto 2012

Progetto Preparazione Integrale di Fratello Poiana: giorni VI-VII


Sesto giorno
Il riscaldamento oramai lo sento appena nei miei muscoli, mi compenetro molto meglio nell’eseguire il saluto al sole che inizia a diventare più sciolto ma di cui alcune posizioni non riesco proprio a migliorare. Il problema sono le ginocchia che rimangono un bel po piegate in avanti e su cui credo sia arrivato il momento di lavorare con esercizi più mirati slegati a quelli assegnati dal programma.
Inizia l’approccio con la spada; per ora posso solo permettermi un bastone e dopo una ventina di minuti che mi alleno a bloccare i miei colpi ad un millimetro dal bersaglio mi accorgo che nelle mani si formano delle piaghette. Sono contento, significa che sto lavorando nel senso giusto, un po meno per il fatto che domani potrebbero crearmi dei problemi; Strano come ogni mio pensiero e preoccupazione siano rivolti alla risoluzione delle 32 giornate.
Contemplo ciò da cui mi sono congedato. Forse potrei congedarmi da molto altro ancora, ma sono indeciso sul da farsi. No, per ora va bene così. Ecco la prima diaspora interiore che mi butta in crisi: e se fossero davvero queste ombre che percepisco allo spettro della mia consapevolezza le cose di cui dovrei disfarmi realmente? Decido di non approfondire per ora.
Lavorare sugli esercizi mentali inizia a diventare decisamente complicato oramai; mi trovo indietro con il programma e sento poco apprese o ben realizzate le lezioni precedenti. Traballante ma con coraggio provo ad affrontare questo nuovo esercizio non potendo comunque mettermi integralmente nudo per mere questioni di convivenza familiare allargata. Riesco a stento a percepire e proiettare il mio corpo, è faticoso, difficile ma sono sicuro che le cose miglioreranno nel tempo.
Portare avanti questo programma all’interno di un contesto di quotidianità non è una cosa facile in barba a qualunque buon proposito prodotto prima di iniziare questo percorso. Lo sapevo, ma viverlo sulla pelle è un'altra cosa; è meglio tirare sempre avanti senza rimuginare sul fatto che in un'altra condizione ottimale avrei raggiunto risultati decisamente migliori, perché Malkut ti obbliga a fare le cose, che tu le voglia evitare o meno, le cose ti piombano addosso e devi sempre metterle in conto.

Settimo giorno;
 Inizia nel suo vivo il mio addestramento AMS. A dire il vero dovrei dire che rispolvero il mio addestramento AMS. Le piaghe sono sparite nella notte ed io posso lavorare sulla posizione del falco e sulla risoluzione del suo attacco agevolmente anche se con fatica. Sono rigido, le braccia tendono a stancarsi, ma verso la fine della mia sessione di allenamento tutto inizia a scorrere più morbidamente. La posizione si aggiusta attenzionandola colpo dopo colpo. Non solo le braccia ma tutto il corpo si unisce al fendere del colpo che nella posizione delle gambe e della schiena inizia a trovare il suo equilibrio anche se ancora traballante, concludo soddisfatto del risultato che ho raggiunto.
Nell’eseguire il saluto al sole inizio a capire come calibrare meglio la respirazione, accorgendomi di rimanere alle volte senza fiato, ma anche questo esercizio migliora sempre di più rispetto ai giorni addietro.
Mi sono disegnato. Come arti terapista questa tecnica la conosco molto bene e la uso molto spesso nelle mie terapie con i miei pazienti. Questa volta mi sono raffigurato disegnando i miei contorni nella ghiaia, disegnando la mia sagoma e mettendola in rilievo con dei rametti verdi di erba spontanea. Poi l’ho fotografato e vi ho fatto delle aggiunte con il computer.
Gran parte del pomeriggio l’ho impiegata ad imparare a memoria il mantra di Yesod, altrimenti sarebbe stato impossibile eseguirlo puntando gli occhi al cielo stellato, proprio quest’ultimo non è stato difficile trovarlo. E’ bastato salire sul terrazzo di casa e lui era li; dove per ora sto risiedendo è un area marina protetta dove l’impatto umano è praticamente ridotto al minimo, e la sera si spengono le luci e si accende il cielo. Le parole vibravano mentre il mio sguardo si confondeva con quello delle stelle fino a che mi sono sentito parte di un grande ingranaggio, una stella in mezzo alle altre stelle.
Tutta l’esistenza è uno.