14 settembre 2013

Siria: la guerra si fa

Caro Diario,
Vi é un sottile dilemma per coloro che si immaginano il futuro in una societá privata di memoria e di visione. Trovare l'equilibrio fra il linguaggio comprensibile agli I-dioti e la descrizione di sistemi complessi risulta spesso piú difficile che giocare a scacchi con una scimmia.




  1. Come abbiamo documentato in un precedente articolo la guerra in Siria fa parte di un piano a lunga scadenza. Questo puó subire dei ritardi ma che non cambierá fino a quando il sistema di controllo reale dell'Occidente non muterá.
  2. Al di la delle "belle parole" Le flotte sono tutt'ora schierate e non vi é segno di distensione sul campo. Alla fine della crisi di Cuba i Sovietici ritirarono la loro.
  3. In un evento epocale il presidente Russo Putin ha pubblicato un articolo sul NYT nel quale dice cose che fino ad ora nessun politico ha detto apertamente.
  4. Fra le cose che Putin dice: un nuovo attentato fasullo potrebbe essere in preparazione contro Israele.
  5. Diverse fonti di notizie alternative (qui e qui e ancora qui) danno un attacco sul suolo Americano come imminente. Questo é lo scenario traumatico.
  6. In alternativa abbiamo lo strangolamento lento. I colloqui di Ginevra sono terminati con un accordo che - secondo gli Americani - dará il diritto di attaccare se la Siria non seguirá le procedure di disarmo... ricordate Saddam e Gheddafi?  
  7. Il pubblico americano ha bisogno di essere convinto della necessitá di una guerra per evitare una rivoluzione INTERNA. Solo il 30% degli americani si fida del governo. Il 64% ritiene che l'intromissione del governo nelle loro faccende sia il massimo rischio per l'America. il 60% ritiene che il governo federale non faccia l'interesse dei governati.
  8. Secondo Military Times il 75% delle truppe americane é contro la guerra in Siria. Le forze al potere non si possono permettere una ribellione delle truppe contro il governo.
  9. 29% degli elettori registrati pensano che una rivoluzione armata potrebbe essere necessario nei prossimi anni al fine di proteggere le libertà, secondo un sondaggio di opinione pubblica dalla Fairleigh Dickinson University.

Conclusione & Commento

Noi non ci auguriamo nessuna guerra e nessuna violenza. Tuttavia vediamo che il persistere delle logiche dell'egoismo, della soddisfazione a ogni costo dei desideri materialistici porta inevitabilmente verso quella direzione. Le guerre si evitano rimuovendo le loro cause profonde, assumendo responsabilitá individuale e sacrificando ognuno qualcosa. Si evitano andando off-grid per non avere bisogno del gas e petrolio del medio oriente, producendo cibo, bevendo acqua di sorgente...
Aiola del Drago a Eliopoli
Quando vedo piccoli infelici esseri umani iniziare micro conflitti su questo blog posso solo confermare che le grandi guerre seguiranno. Ci stiamo tirando la catastrofe addosso, non vi é dubbio, in quanto é la sola evenienza nella quale saremo pronti a prendere atto di quanto in basso siamo giunti. Siamo schiavi di Mordor, schiavi che pensano che cambiando il suo sovrano le cose andranno meglio.  Codardi che aspettano l'ultimo momento prima di lasciare quelle lande desolate ed avventurarsi su nuove terre.